Sono decine di migliaia le sostanze chimiche usate in passato che in tempi più recenti sono state ritenute nocive e, perciò, vietate. Basti pensare al piombo, all’amianto, all’arsenico: tutti elementi tossici, eppure per anni presenti in elevate quantità nell’ambiente. Fortunatamente, con l’incremento di regolamentazioni più rigide, maggiore conoscenza dei rischi e una sempre più forte sensibilità in termini di rispetto verso l’ambiente, l’utilizzo di tali sostanze ha subito una netta restrizione. Così come l’attenzione verso il trasporto, lo smaltimento e la gestione dei rifiuti pericolosi è migliorata notevolmente, facendoci sperare in un futuro più salubre. La scoperta di nuovi rischi legati a materie chimiche tossiche è un processo in continuo divenire e come tale la normativa che lo amministra. Questo vale, per esempio, per la rimozione e lo smaltimento delle apparecchiature contenenti policlorobifenili e gli ultimi aggiornamenti del regolamento a essi dedicato. Facciamo chiarezza per capire come agire e quali sono le novità sullo smaltimento PCB introdotte nel 2025.
PCB: cosa sono, perché sono pericolosi…
I policlorobifenili (abbreviati, appunto, in PCB) sono una classe di composti chimici organici altamente tossici, nonché appartenenti agli inquinanti organici persistenti (POP) più pericolosi per ambiente e salute. Derivano dalla sintesi di petrolio e catrame, a cui viene aggiunto il cloro. Usati in larga scala a partire dal 1930 per diversi scopi industriali, principalmente come fluidi dielettrici nei trasformatori e nei condensatori elettrici, i PCB si distinguono per essere ottimi isolanti, non infiammabili e chimicamente stabili. Questi inquinanti, inoltre, venivano impiegati come fluidi idraulici, veicolanti, fungicidi, o diluenti all’interno dei pesticidi, o, ancora, come componenti di vernici. La loro produzione industriale mondiale ha subito un calo drastico fra gli anni ’70 e gli anni ’90, fino ad arrivare all’introduzione di un vero e proprio divieto di commercializzazione nei Paesi della Comunità Europea.
Nonostante ciò, molte apparecchiature industriali contengono ancora queste sostanze, rappresentando un rischio se non gestite correttamente. La tossicità dei PCB deriva dalla tendenza a bioaccumularsi, persistendo a lungo nell’ambiente e provocando gravi effetti nocivi per la salute umana e gli ecosistemi. L’esposizione a lungo termine è associata a danni al fegato, disordini nello sviluppo fetale, alterazioni della crescita e, soprattutto, al rischio di cancro.
… e quale normativa ne regola la gestione?
Per assicurare una rapida decontaminazione e ridurre il rischio ambientale, l’Europa e l’Italia hanno sancito una serie di direttive (Direttiva 96/59/CE del 16 Settembre 1996, Decreto Legislativo 22 Maggio 1999, n. 209, Regolamento Europeo 2019/1021 del 20 Giugno 2019), in continua revisione e aggiornamento.
Nello specifico, il Regolamento Europeo (UE) 2019/1021¹, impone scadenze e obblighi stringenti per l’eliminazione delle apparecchiature elettriche contenenti PCB. Quest’ultimo stabilisce il dovere inderogabile di rimuovere, bonificare o smaltire tutte le apparecchiature che contengono PCB in concentrazione superiore allo 0,005% e con volume superiore a 0,05 dm³ entro e non oltre il 31 dicembre 2025, indipendentemente dalla loro vita operativa residua. Il regolamento ha effetto immediato, prevalendo sulle disposizioni nazionali, incluso il già decreto del 1999, e non prevede proroghe.
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Come capire se un trasformatore o condensatore contiene PCB? E quando serve avviare un’analisi?
Cosa significa, dunque, questa integrazione per le aziende del settore? Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, attraverso una chiarificazione pubblicata il 12 agosto 2025², ha concluso che l’uso di apparecchiature contenenti PCB, già utilizzate anteriormente alla data di entrata in vigore del Regolamento, è tollerato solo per garantire una transizione graduale entro la data del 31 dicembre 2025. Entro fine anno, dunque, anche queste ultime dovranno essere messe fuori servizio, bonificate o smaltite. Tale precisazione, richiama tutte le aziende all’ordine, richiedendo una verifica dei propri macchinari in tempi brevi, per avviare le procedure ed evitare sanzioni.
Per comprendere se un trasformatore o un condensatore contiene PCB, è necessario innanzitutto verificare la presenza di etichette o targhette sull’apparecchiatura che indicano la composizione del liquido isolante. I PCB erano comunemente utilizzati in apparecchi prodotti prima degli anni ’80, quindi l’età del dispositivo è un primo indice importante. Se si sospetta che la concentrazione di PCB superi la soglia regolamentare dello 0,005% in peso (50 mg/kg), è obbligatorio effettuare un’analisi chimica del liquido.
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Codice EER
Se l’analisi rileva la presenza oltre soglia di PCB nel liquido isolante, innanzitutto verrà assegnato uno specifico codice EER. Successivamente, le azioni da compiere sono:
- Inserimento dell’apparecchiatura nell’inventario dei macchinari contenenti PCB, obbligatorio per legge, per una corretta tracciabilità.
- Avvio di un piano di dismissione che preveda la rimozione, il trasporto e lo smaltimento in impianti autorizzati specializzati.
- Redazione del Formulario di Identificazione Rifiuti. Il documento, realizzato prima del trasporto, accompagna i rifiuti durante tutte le fasi e ne certifica la corretta gestione.
- Trasporto in conformità alle norme ADR per merci pericolose, al fine di garantire la sicurezza ambientale e dei lavoratori.
- L’apparecchiatura o il rifiuto deve essere avviato a smaltimento definitivo tramite processi che distruggono o neutralizzano i PCB.
Tutte le operazioni devono essere documentate e comunicate alle autorità competenti per dimostrare la corretta gestione e prevenire sanzioni.
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Trasporto rifiuti pericolosi e smaltimento PCB 2025? Ci pensa Pragma Chimica
Con il recente ultimatum del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, per le aziende del settore è diventata impellente la necessità di attivare una verifica della conformità delle proprie apparecchiature. Pragma Chimica può essere un’alleata fidata in caso di gestione e smaltimento di trasformatori e condensatori fuori soglia, così come può offrire servizi di trasporto e di assistenza nella compilazione del Formulario Identificazione Rifiuti, o altri adempimenti burocratici.
Q&A
- Ǫual è la scadenza ultima per lo smaltimento dei PCB?
La scadenza stabilita dalla normativa è il 31 dicembre 2025. Entro questa data, tutte le apparecchiature contenenti PCB con concentrazioni superiori allo 0,005% in peso e volume superiore a 0,05 dm³ devono essere ritirate dalla circolazione e smaltite correttamente. - Cosa sono i Policlorobifenili (PCB) e perché sono pericolosi?
I PCB sono sostanze chimiche persistenti (inquinanti) utilizzate in passato principalmente come fluidi isolanti nei trasformatori e condensatori elettrici. Sono pericolosi per la loro tossicità, persistenza nell’ambiente e tendenza a bio-accumularsi negli organismi. - In che modo Pragma Chimica supporta le aziende nello smaltimento dei PCB?
Pragma Chimica può essere il tuo punto di riferimento per lo smaltimento delle apparecchiature contenenti PCB. L’azienda offre anche servizi di gestione e smaltimento dei rifiuti speciali e pericolosi, inclusi i servizi di trasporto e la compilazione del Formulario di Identificazione Rifiuti (FIR). - Ǫuale normativa disciplina lo smaltimento dei PCB in Italia?
La normativa sullo smaltimento dei PCB è definita dalla Direttiva 96/59/CE del 16 Settembre 1996, dal Decreto Legislativo 22 Maggio 1999, n. 209 e dal Regolamento Europeo 2019/1021 del 20 Giugno 2019.
NOTE:
¹Regolamento (UE) 2019/1021 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 20 giugno 2019 relativo agli inquinanti organici persistenti.
²Interpello n.153255 del 12 agosto 2025, Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica.